FARE MUSICA – 10

NEROLUCE – STORIE DI MUSICA AL DETTAGLIO (5)

“Mondo Migliore” era il titolo dato al nostro primo demo. Forte della mia professionalità di grafico preparai la confezione del CD che duplicai in diverse decine di copie. Cominciai a spedirlo a tutte le etichette indipendenti che trattavano pop e rock che riuscivo a trovare (spendendo anche non pochi soldi in spedizioni postali).

Con le grandi case discografiche non ci provavo nemmeno, perché negli anni avevo capito come funzionava il sistema, e non c’era verso di avvicinarsi ad una major senza avere alle spalle un produttore di caratura riconosciuta. Questo di solito significava avere un bel po’ di soldi da investire e ottimi contatti nel giro, due cose che non possedevamo.

 

Neroluce: patchwork video di live girati tra il 2002 e il 2007 – quinta e ultima parte

 

Qualcuna delle etichette indipendenti rispondeva anche, ma nel migliore dei casi, pur apprezzando il materiale, ci comunicavano che non potevano investire nulla su di noi, in quanto il loro limitato budget era già destinato ad altri progetti. Non restava che dedicarsi al completamento della band e ad un sano lavoro di gavetta dal vivo per mettere insieme una credibilità musicale.

 

Bombjack logo

Il logo del Bombjack studio.

 

Dopo oltre un anno di concerti, e senza aver trovato un’etichetta disponibile, decisi che era ora di tornare in sala di registrazione per autoprodurre un singolo con annesso lato B. I brani scelti erano “Io sto bene”, la title track e “Davvero”, il B-side. Tornammo ad affidarci nelle mani di Paolo e Davide che, nel frattempo, erano riusciti ad aprire il loro studio di registrazione a Torino: il Bombjack Studio.

 

Cover Io sto bene

Il CD di “Io Sto Bene”, grafica pulita ed essenziale

 

Si trattava di registrare solo due brani ma l’obiettivo era di ottenere una qualità assolutamente professionale sotto tutti gli aspetti, dall’esecuzione alla registrazione, dal mixaggio al mastering. Producemmo il tutto con la massima cura. Per me si trattò di un investimento finanziario non indifferente, perché mi accollai le spese di produzione e stampa dei CD. Ne feci stampare 500 copie. L’idea era di riuscire a venderne un po’ ai concerti per rientrare di una parte delle spese e usare il resto delle copie per la promozione presso case discografiche e radio.

In quel periodo fummo selezionati per partecipare all’I-Tim Tour 2002 promosso da Red Ronnie e ricevemmo una recensione dalla rivista di musica “Tutto”.

 

Cover MiniDV-1

Immagine promo utilizzata per il videoclip di “Io Sto Bene”

 

Decisi di spingere ulteriormente la cosa girando un videoclip del singolo. Lo girammo in assoluta economia, con l’aiuto di alcuni amici. Il montaggio lo feci io stesso e fu la scintilla che mi spinse ad abbracciare l’attività di videomaker. In realtà i videoclip erano 2: quello principale di “Io sto bene” e quello secondario di “Davvero”, montato con le immagini di backstage del primo. Il lavoro ricevette ottime critiche sia dalla rivista “Tutto” che dalla stampa locale. Fu trasmesso su Sky più volte nella trasmissione “Cosa succede in città” di Red Ronnie, mentre il singolo veniva trasmesso su Radio RAI nelle trasmissioni “Demo” e “The Best Of Demo”. Insomma, sembrava che qualcosa si muovesse. Quel che mancava era la risposta di qualche etichetta discografica disposta a credere nella nostra musica… mancava e sarebbe continuata a mancare.

 

Articolo 09-2003 TUTTO 605

La recensione di “TUTTO Musica”, settembre 2003.

 

Il mercato discografico italiano è parecchio difficile e me lo spiegò abbastanza bene un produttore della Sony che mi ricevette nella sede di Milano. Avevo portato con me un CD contenente diverse demo, già strutturate come fossero un album; lo ascoltammo insieme e lui commentò molto positivamente le canzoni; insomma, gli piacquerò. Poi mi spiegò che, nonostante trovasse il tutto molto interessante, loro producevano prevalentemente “pop”, e ciò che gli avevo portato era di fatto “rock”.

Parlando “fuori dai denti” mi spiegò che spesso, le grandi case discografiche italiane, quando producono piccole realtà musicali, lo fanno in misura molto contenuta. Insomma, di solito i soldi vengono investiti in qualcosa che loro ritengono un ritorno sicuro, nomi già affermati o con un seguito già acclarato, niente scommesse. It’s only business, baby. Apprezzai la schiettezza e lo ringraziai per il tempo che mi aveva dedicato.

 

Talent

L’immagine della tristezza.

 

Al giorno d’oggi le grandi case discografiche, in termini di musica giovane, investono al massimo in gente che esce dai reality e talent show musicali, e che quindi hanno già un potenziale pubblico. La tristezza sta nel fatto che i dischi che escono sono frutto di uno studio fatto “a tavolino”, in base a ciò che le etichette pensano che piaccia al pubblico, e che spesso con la musica hanno poco a che vedere.

E le radio? Come accennato, avevo spedito dei CD anche a parecchie radio, sia network che radio locali, ma niente da fare. A parte il programma “Demo” della RAI (dedicato agli emergenti) e qualche passaggio su Radio Flash (una radio locale di Torino) non riuscimmo ad ottenere altro. Anche qui c’era qualcosa da imparare: se non hai un’etichetta discografica che ti sostiene e investe (soldi) per la promozione, i passaggi in radio te li sogni. I tempi delle “radio libere” sono finiti da un bel pezzo.

 

Demo rai

“Demo”, la storica trasmissione radiofonica di Michael Pergolani e Renato Marengo, andata in onda su Radio 1 RAI per 12 anni, dal 2014 purtroppo non esiste più. Grazie alla solita lungimiranza della dirigenza, questa finestra per giovani talenti, è stata chiusa.

 

Ricordo che un famoso cantautore (forse Samuele Bersani) aveva detto che per fare musica bisogna essere bravi, ma non basta; bisogna avere costanza, ma non basta; bisogna avere delle conoscenze, ma non basta; bisogna avere culo, ma non basta… Insomma, il concetto è che per fare della musica la propria professione e la propria vita, è necessaria la concomitanza di tanti fattori, ma se la tua strada, il tuo destino e la tua vita non vanno in quella direzione, non basta… e bisogna farsene una ragione.

 

NL_Live 6

Continuiamo a suonare.

 

Ma poiché noi facevamo musica soprattutto perché ci faceva stare bene, e non per ottenere successo a tutti i costi, continuammo a suonare… e lo facciamo tutt’ora.

 

Il viaggio è terminato. Sotto trovate i link alle puntate precedenti. Se avete domande o commenti potete raggiungermi tramite il form di contatto o tramite Facebook (cercate Alex Dante).

Buona musica a tutti!

 

 

 

Neroluce link 2

Neroluce link 3

Neroluce link 4

Neroluce link 5

Neroluce link 6

Neroluce link 7

Neroluce link 8

Neroluce link 9

 

 

 

 

 

×

Comments are closed.