FARE MUSICA – 7

4 – SUONARE DAL VIVO

Suonare dal vivo è l’obiettivo principale per una band; farlo bene però non è semplice. Superati tutti gli ostacoli affrontati nelle puntate precedenti, ci sono alcuni problemi da affrontare sul palco, primo fra tutti il sound-check.

Amplificazione

Un impianto di amplificazione base

 

L’ideale è avere un impianto di amplificazione proprio, quindi un mixer (8 canali di solito bastano), 2 casse (400W l’una se siete una rock band elettrica) aste, cavi e, se possibile, dei monitor rivolti verso di voi sul palco, altrimenti diventa difficile anche solo capire cosa state facendo. Inoltre sarebbe molto utile un tecnico del suono che vi conosca e vi segua. Non è semplice trovare l’equilibrio giusto tra il suono che arriva al pubblico e quello che sentite voi sul palco, per questo serve anche un orecchio esterno che vi dia una mano e che, durante il concerto, aggiusti il tiro, specie se qualcuno di voi comincia a modificare i volumi fissati durante il sound-check (qualunque riferimento alla categoria chitarristi è assolutamente voluta).

Con un po’ di esperienza si diventa abbastanza efficienti sia nel montare l’impianto che a fare la prova suoni, l’importante è imparare a conoscere la propria strumentazione.

 

Soundcheck

Soundcheck in una situazione favorevole: bel palco, buon impianto, monitor su palco e tecnico del suono capace dietro al mixer.

 

La costruzione della scaletta e dello show in generale deve essere ben studiata. Bisogna partire con qualcosa che scaldi bene sia il pubblico che voi. Preparate dei blocchi di canzoni senza pause e tirate il fiato (poco) tra un blocco e l’altro. Se il cantante è un buon intrattenitore bene, altrimenti lasciate parlare la musica evitando di scadere in battute e pause imbarazzanti. Se non reggete il ritmo non avete studiato abbastanza, o siete nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

 

Ale e Mirko 2

Preparazione della scaletta in sala prove

 

La scaletta deve respirare, questo vuol dire saper mettere i brani esplosivi e quelli più tranquilli al posto giusto. Di sicuro il finale deve essere col botto, il che significa finire con un pezzo esplosivo o con un brano particolarmente conosciuto. Il concetto è che devi lasciare il pubblico con la sensazione di volerne ancora. Se riuscite ad agganciare la platea siete a posto.

Tenete presente che la scaletta deve essere un’indicazione, bisogna anche saper assecondare la serata. Se il pubblico è caldo e in programma avete un lento magari è il caso di saltarlo e suonare qualcosa di più movimentato. Dal vivo è necessario saper improvvisare.

 

Pub

Suonare in una birreria spesso vuol dire riuscire a far stare tutto (musicisti compresi) in 4 metri quadrati…

 

Ovviamente il vostro target iniziale saranno i piccoli club e le birrerie, luoghi che, se non sapete come affrontarli, possono anche essere fonte di frustrazione. Chi suona conosce molto bene alcune dinamiche che si vengono a creare tra artista ed esercente. Suonare in un locale  spesso vuol dire essere pagati poco o niente e magari sentirsi chiedere «… ma quanta gente portate?», oppure aver pattuito un compenso e a fine serata avere questioni per ottenere anche solo la metà del cachet. Questo senza sapere quanto costa al musicista fare musica, tra strumentazione, tempo, costi di sale prove, spostamenti, eccetera. Ma la cosa in realtà si risolve in fretta: è sufficiente evitare “quei” locali, perché altrimenti, se ti chiedono quanta gente porti, non ti resta che rispondergli «Se vuoi porto anche da bere e le sedie da casa. Serve nient’altro?». La cosa importante è chiarire subito le cose: si può tranquillamente andare a suonare gratis, ma è bene saperlo prima di salire sul palco.

 

BBB

«Ah, già! Dunque… Sono 200 dollari. Però voi vi siete bevuti 300 dollari di birra». Ecco, per evitare di questi problemi, primo: scegliete bene in che locale suonare; secondo: patti chiari da subito.

 

Se fate solo cover avrete il vantaggio di garantirvi un grande numero di posti in cui potervi esibire, perché il pubblico cerca principalmente musica che già conosce e i locali, per accontentare la clientela, incentivano questa tendenza, arrivando all’estremo delle tribute band che replicano fedelmente lo show delle rock band più famose, sia nella musica che nella presentazione su palco.

Se fate musica vostra avrete una piazza considerevolmente più piccola e dovrete necessariamente lavorare molto sulla qualità, con molte difficoltà nel ricavarvi uno spazio ma anche con la soddisfazione di far crescere un progetto personale. In questo caso però, prima di vedere un vero cachet, dovrete costruirvi una buona reputazione ed un minimo di pubblico che vi segua.

Un consiglio utile: fate sempre il checking dell’attrezzatura che vi portate, sia quando caricate sull’auto per andare a suonare che quando ricaricate per tornare a casa. È difficile dimenticare una chitarra, ma cavi, prolunghe elettriche e adattatori vanno via come il pane.

 

Forget the singer

A proposito del dimenticarsi qualcosa… (scena tratta da “Quasi Famosi”)

 

Prossima puntata: l’esperienza live dei Neroluce

 

 

 

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