FARE MUSICA – 5

3 – REGISTRARE IL PRIMO DEMO

Quinta puntata e terza tappa del viaggio nel “fare musica”.

Se siete riusciti a mettere insieme una band che funziona e magari avete già scritto delle canzoni, allora siete pronti per registrare il vostro primo demo… o per cominciare a suonare dal vivo.

Demo Guns

Un pezzo da collezione: uno dei demo tape dei Guns N’ Roses.

 

Cominciamo dal demo, perché se volete suonare dal vivo avrete comunque bisogno di una registrazione (anche non professionale) che vi presenti, perché non è così facile trovare delle date “sulla parola”.

Ci sono diverse possibilità:

1) registrare un demo in presa diretta in una sala prove: costo contenuto e qualità decente;

2) registrare un demo professionale in multitraccia, in uno studio che si dedica solo a produzione audio: costo alto e qualità alta;

3) autoprodursi un demo imparando i rudimenti della produzione audio: costo basso (a patto di avere microfoni, computer, software e un luogo in cui registrare), tanto tempo, pazienza e qualità variabile.

Nel primo caso, grazie ai tecnici della sala prove, vi troverete un prodotto dignitoso senza sbattervi troppo. Registrerete in diretta, verrete mixati e avrete velocemente il frutto della vostra incisione. Andrà sicuramente bene per cercare date e per fare il punto della situazione sul proprio modo di suonare. Per cominciare è sicuramente l’opzione migliore.

 

Mixer

Un mixer da sala prove. Niente di eccezionale ma fa il suo lavoro.

 

Nel secondo caso avrete a che fare con uno studio dedicato e dovrete imparare a registrare separatamente gli strumenti. Soprattutto dovrete arrivare molto preparati perché lo studio di registrazione costa (si studia a casa). Se avrete fatto un buon lavoro avrete un demo professionale che avrà la qualità necessaria per essere presentato presso case discografiche o promoter. Questa è un’opzione che è meglio prendere in considerazione dopo aver accumulato un po’ di esperienza.

 

Giles Martin (figlio del più famoso George Martin, storico produttore dei Beatles) nella control room dello studio 2 di Abbey Road, giusto per esagerare un po’.

 

Nel terzo caso dovrete appassionarvi alla materia della produzione audio, imparando almeno le basi della registrazione su computer, dalla microfonazione degli strumenti al mixaggio con un sequencer. Avrete anche bisogno di un posto in cui registrare. Non è una cosa semplice e non è consigliata agli “absolute beginners”, ma potreste ottenere un risultato che va da demo scarso al lavoro di un tecnico da sala prove di buon profilo: dipende tutto da voi. Di certo non potete sperare di arrivare a sfiorare la qualità da studio professionale neanche per sbaglio, ma almeno avrete un maggiore controllo sul processo e imparerete parecchie cose, tra cui l’importanza di una buona produzione audio.

 

home recording 1

Un set da home recording più che dignitoso.

 

Qualunque possibilità scegliate il consiglio è di preparare molto (molto) bene le canzoni durante le prove e avere ben chiaro cosa volete ottenere in fase di registrazione e mixaggio, magari ispirandovi al sound di un disco di una band che rispecchia le vostre intenzioni.

È importante conoscere bene la propria strumentazione (chitarre ed amplificatori) per partire con una base di suono che si avvicini a ciò che vi serve.

In fase di mixaggio e di mastering si può fare davvero molto (con la giusta strumentazione e competenza) ma questo non vuol dire che si possa suonare e cantare male o avere dei suoni di merda in partenza.

Quindi ribadisco il concetto: si studia a casa!

Consiglio: periodicamente prendete l’abitudine di registrare le vostre prove (con un qualunque registratore), di modo da potervi riascoltare con calma e capire bene dove state sbagliando e perché. Questo serve sia per arrivare preparati in sala di registrazione che sul palco

 

Nella prossima puntata: l’esperienza Neroluce dedicata proprio alla produzione audio.

 

 

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