FARE MUSICA – 3

2 – PREPARARE LO SHOW

Mettere in piedi uno spettacolo di musica dal vivo richiede parecchio lavoro. Certo, si possono provare un po’ di canzoni, avere la compiacenza di un locale che spera di fare il pieno con gli amici che verranno a sentirvi, buttarsi sul palco alla bell’e meglio e tirare su i volumi facendo “musica che spacca”.

Si può fare anche così ma, svaniti gli ultimi postumi della sbornia, vi accorgerete che, in quel modo, soltanto gli amici (e dopo un po’ neanche più quelli) saranno disposti a venire ai vostri concerti. Quando si inizia si ha tanta energia in corpo e si vuole “spaccare” di brutto, specie se ci si indirizza su musica hard rock o metal. Solo che a buttarsi così, a testa bassa, si finisce per alzare i volumi per coprire la propria incapacità.

 

Ritorno al futuro

Prima di collegarsi all’amplificatore di “Ritorno al Futuro” è meglio imparare bene a usare il proprio strumento, voce compresa.

 

Se nel frattempo non avete collezionato nemmeno una groupie… meglio così, avrete una ragione in più per andare avanti, sperando che, se migliorerete, prima o poi arriveranno anche le ragazze.

 

almost_famous

La band fittizia degli Still Water, con annesso stuolo di groupies, in un fotogramma del film “Quasi Famosi” (Almost Famous).

 

Il primo periodo è quello in cui la band deve provare più assiduamente, sia per migliorare le proprie capacità che per creare l’amalgama di gruppo, quell’intesa per la quale, anche quando qualcuno fa un errore, gli altri sono pronti a recuperare e mascherare la cosa nel migliore dei modi. La cosa peggiore che si possa fare in una band è badare solo al proprio strumento senza rendersi conto di qual è il risultato dell’insieme. Il gruppo è un’entità, se ognuno si fa i cazzi propri la cosa è morta già in partenza.

 

U2 live

U2, quando si parla di coesione di una band.

 

Quando avrete imparato a respirare insieme e le canzoni vi verranno senza sbavature e senza sforzo, sarete pronti per il pubblico. Se una canzone non vi viene abbastanza bene nonostante ci stiate lavorando parecchio, non incaponitevi, lasciate perdere (almeno per il momento): nella scaletta mettete solo i brani che riuscite a suonare bene. Di band approssimative ce ne sono millemila, cercate di distinguervi lavorando sulla qualità. Se invece vi interessa più che altro fare casino, non fate caso a quello che ho scritto.

 

Setlist RS

La setlist (scaletta) dei Rolling Stones.

 

A proposito di scaletta, anche l’ordine dei brani non va lasciato al caso. Lo show deve filare liscio, dosando i brani più energici con quelli più tranquilli. Soprattutto è importante cominciare bene e finire meglio, quindi sparate subito un paio di cartuuce delle migliori, prendete i giusti respiri, catturate il pubblico e trasportatelo verso il rush finale in cui sganciate le bombe.

 

Kiss live

I Kiss, forse un esempio un po’ estremo di impatto scenico, ma rende l’idea.

 

Infine, preparare uno show non significa solo occuparsi della parte musicale, ma anche della parte scenica. È necessario avere un’idea di come stare sul palco, come occupare lo spazio, come vestirsi e come fare un po’ di scena, magari studiando un minimo di coreografia (se vi sentite portati).

Il frontman (che di solito è il cantante) deve imparare a fare da interfaccia con il pubblico, coprendo gli eventuali spazi vuoti durante lo spettacolo e cercando di caricare sia la platea che la band. In ogni caso evitate le forzature, soprattutto se non state dentro al ruolo. Se non sapete cosa dire, lasciate parlare la musica.

 

Mercury

Freddy Mercury, uno dei più grandi frontman di tutti i tempi.

 

Prendere esempio solo dalle grandi band in questo caso non è detto che sia la cosa migliore, perché a voi manca la fama e l’aura di rock star, quindi può essere molto utile osservare anche band sconosciute, ma che hanno già buona esperienza, e vedere come tengono sia il palco che il pubblico.

 

Prossima puntata: La preparazione dello show secondo i Neroluce

 

 

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