SKUNK ANANSIE – 23/07/2013

Il concerto di Grugliasco (TO) e il culto dell’immagine (Dio stramaledica ‘sti ##zzo di iPhone)

 

I Blastema aprono il concerto degli Skunk Anansie con un brano di cui non ricordo il titolo ma che mi piace. Sparano subito la cartuccia buona: i brani seguenti sono carini ma nulla di memorabile. Lanciano messaggi tipo: “spegnete la testa e divertitevi”, non particolarmente consci del fatto che per spegnere la testa il requisito fondamentale è averla accesa… in alcuni casi anche solo averla non sarebbe male…

Esaurito l’opening act, dopo una lunga attesa per la preparazione tecnica del palco, comincia il concerto che tutti attendevano.

Una forza della natura color ebano urla a pieni polmoni dentro un microfono, accompagnata da un muro di suono di ragguardevole potenza. Questa forza della natura, non contenta (e come da sua abitudine) decide di fare una passeggiata tra il pubblico… italiano… che non capisce la reiterata richiesta (in italiano, non in inglese) di stare giù per far sì che lei rimanga visibile a tutti; ma non capisce neanche quando è ora di smetterla un attimo con ‘sti ##zzo di telefonini e microcamere. Foreste di iPhone, iPod, addirittura iPad… Gente che non scolla un secondo le dita e gli occhi dallo schermo; vivono la realtà attraverso un monitor, anche quando nella realtà ci sono immersi, mandando aggiornamenti in tempo reale su FacciaLibro.

 

iSkunk

 

«…stop flash in my face… Italians, for one time in your life, live the moment…». Pressappoco sono queste le parole (che gli italiani stentano a capire) con cui Skin si rivolge a un pubblico che gli piazza lo smartphone a dieci centimetri dalla faccia, aggiungendo che avranno tutto il tempo di fare foto ma, almeno per un attimo, dovrebbero viversi il momento, dal vivo.

Alla fine Skin riesce a camminare attraverso la gente (non senza qualche difficoltà) e raggiunge la piattaforma del mixer, dopodiché viene riportata indietro dalle braccia del pubblico (anche qui con qualche difficoltà e lentezza).

Tanto di cappello ad una donna e artista che ha il fegato di entrare a così stretto contatto con la folla, senza protezioni, senza security. Gli Skunk Anansie sono ancora una band eccezionale e dal vivo sono incredibili. Niente effetti speciali, o maxi schermi, solo grande musica, energia e un cuore da leonessa, roba di un’altra epoca, roba vera a cui non siamo più abituati, tanto che evidentemente abbiamo bisogno di uno schermo dietro il quale ripararci.

Gli italiani sono malati di televisione, sono malati di YouTube, di Facebook. Hanno il culto dell’immagine nel DNA, non possono farne a meno. D’altronde è all’interno di questa traballante nazione che è nato il culto delle reliquie sacre (o supposte tali); qui è nata la mercificazione dell’immagine, qui sono nati i “santini”. Qui un popolo si è istupidito fino all’inverosimile davanti al televisore. “Even better than the real thing” cantavano gli U2, un titolo che si presta al nostro caso, anche se il testo della canzone parlava d’altro.

 

Skunk Anansie

 

Ma tornando agli Skunk Anansie: grande musica dicevo, da parte di una band che ci ha regalato brani indimenticabili come “Secretly”, “Hedonism”, “You”ll Follow Me Down”, “Lately” solo per citarne alcuni. Dopo lo scioglimento sembravano aver esaurito la spinta creativa, ma con la reunion hanno dimostrato di avere ancora molto da dire, e di saper sfornare degli album all’altezza dei precedenti. Ascoltare per credere.

Per concludere, il concerto al Gru Village di Grugliasco è stato incredibile. Unico neo, la durata: poco meno di un’ora e mezza di musica, compensata però dall’intensità della performance.

 

P.S.   Io in apertura ci avrei visto bene i We Are Waves, altro che Blastema…

 

 

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