DEPECHE MODE

Breve recensione del concerto del 18 febbraio al Palaolimpico Isozaki di Torino.

 

Grande musica e grande performance per i Depeche Mode, che hanno proposto una scaletta particolarmente incentrata su brani del loro vecchio repertorio, uniti ad alcune canzoni del loro ultimo lavoro: Delta Machine. Cosa intendo con “vecchio repertorio”? Una su tutte: Just Can’t Get Enaugh (1981).

Incredibilmente non ho sentito Soothe My Soul, grandissimo singolo di Delta Machine, così come sono mancate Wrong e John The Revelator. L’impressione è che abbiano voluto costruire lo show su brani meno scuri.

 

Dave Gahan durante Just Can’t Get Enaugh

 

Dave Gahan si è dimostrato in grandissima forma, sia fisica che vocale. È incredibile sentire dal vivo una voce baritonale come la sua sfiorare corde tenorili, su brani come Should Be Higher. Di solito i cantanti, nel corso della loro carriera, hanno una flessione delle proprie capacità (vedi Bono Vox); Gahan invece sembra aver scoperto nuove coloriture e maggiore estensione nel suo modo di cantare.

In generale i Depeche Mode sono una delle poche band che, nonostante oltre 33 anni di carriera, riescono ancora a produrre dei brani di alto profilo, che non hanno nulla da invidiare alla loro produzione precedente.

 

 

 

Martin Gore, come al solito, interpreta “a solo” (accompagnato dalla tastiera) alcuni suoi cavalli di battaglia come But Not Tonight e Slow, portando il concerto verso i momenti più intimistici. La sua voce ostenta un vibrato marcatissimo ma utilizzato in maniera magistrale.

Infine la sezione ritmica, grazie al batterista Christian Eigner, è stata semplicemente esplosiva, mentre sui maxischermi scorrevano sia contributi video (creati per sottolineare le atmosfere dei brani) che immagini live.

Uno show sobrio ma di grande impatto, lontano dalla necessità di stupire con effetti speciali perché forte di grande musica e di grandi musicisti.

Tutto esaurito per il Palaolimpico e due ore di concerto per un pubblico ampiamente soddisfatto.

 

Il pubblico dell’Isozaki, particolarmente deluso per aver dovuto rinunciare a Sanremo…

 

 

 

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