We Are Waves

Oggi parliamo di musica. La musica che emerge dalle onde dei We Are Waves, gruppo torinese di alternative-electro-rock con gli attributi giusti.

 

Un pugno di ragazzi (non più ragazzini) che ha maturato la propria esperienza musicale per portarla ad un livello che dopo ci trovi direttamente gente come i Muse. Dopo dieci anni di concerti in Italia, Regno Unito, Russia (sotto il nome di “Overock”) hanno cambiato pelle e sono usciti, nel 2012, con un EP di 4 brani promosso da Sounday e prodotto da Marco Trentacoste (già produttore di Lacuna Coil, Le Vibrazioni, Deasonika, Rezophonic).

L’esperienza live si sente eccome, perché sul palco spaccano e sono convincenti, sia nei brani che nei suoni.

 

WAW live

Da sinistra: Mene al basso, Viax alla chitarra e alla voce, Frank alla batteria e Cisa ai Synth

 

Spinte dall’energia vocale e dalla chitarra elettrica di Viax, sostenute dalla sezione ritmica di Frank e Mene e arricchite dai synth di Cisa, le onde sonore ti trascinano nel loro mondo, fatto di fallimento e riscatto, peccato e redenzione, con un’intensità giovane ma allo stesso tempo matura, fresca ma consapevole.

Personalmente li seguo da diversi anni e per loro ho anche girato un live nella loro precedente incarnazione. Con il loro permesso ho anche usato un loro brano (Deccan Plateau, che per me è un singolo della madonna) come colonna sonora di Thai Boxe Mania 2012. Ma non fatevi ingannare dal rapporto di amicizia che ho con loro: se non fossi convinto della qualità lavoro non starei qui a raccontarvela; ho tanti altri amici e conoscenti che suonano e alcuni lo fanno discretamente, mentre altri lo fanno male (almeno secondo i miei gusti) e, seppure non in questi esatti termini, non avrei difficoltà a dirlo.

 

Il promo di Thai Boxe Mania con la colonna sonora dei We Are Waves

 

Entrando nel dettaglio posso dire che i testi e la musica sono convincenti ed evocativi, anche perché si sente che i temi trattati da Viax sono parte integrante del suo percorso interiore. Tecnicamente sono molto bravi e non perdono un colpo. La produzione dei brani dell’EP è di alto livello, anche se, a mio avviso, il mix e il mastering (Nautilus) sono viziati da un modo ancora troppo italiano e io, con un lavoro del genere, cantato in inglese e con quell’attitudine, avrei visto di buon occhio un mastering inglese… che magari non sembra ma la differenza si sente.

 

Viax criphoto

Viax in uno scatto tratto da un unplugged – 2011 © Cristina Borio

 

I We Are Waves hanno da poco auto-prodotto il videoclip di Deccan Plateau. Il lavoro è di buona fattura e l’idea di fondo è calzante. Vediamo i componenti della band con i loro strumenti, ognuno costretto singolarmente all’interno di un’angusta cassa di legno dalle cui fessure penetrano lame di luce e copiose gocce d’acqua. Il senso di claustrofobia è assicurato. Il brano scorre attraverso queste immagini, scandite da un montaggio dinamico, fino ad arrivare ad un climax finale che li vede liberarsi dalle gabbie di legno per emergere tra le onde del mare, su una spiaggia, mentre guadagnano la riva.

 

Il videoclip ufficiale di Deccan Plateau

 

L’illuminazione è ben curata e i ragazzi sono convincenti nelle loro parti. Come dicevo l’idea è buona e il senso di costrizione è ben rappresentato, ma forse, dal punto di vista registico si poteva fare qualcosa di più con le inquadrature, sebbene lo spazio fosse molto ristretto. Si poteva giocare con la dilatazione dei tempi e un po’ di più con la luce e l’acqua, perché dopo la partenza del primo ritornello si ha l’impressione che l’immagine tenga ancorata la musica, che invece è decollata. Ci sono momenti in cui la musica e il video lavorano bene insieme e altri in cui sembrano slegati; e non è una questione di “andare a tempo con la musica”, è una questione di armonia, esattamente come scrivere una canzone, in cui puoi creare anche delle dissonanze, ma che funzionano per dire qualcosa di organico. Una scena che, come inquadratura, movimento e tempo di montaggio, trovo veramente buona è quella in cui al minuto 3:52 Viax e Mene, ormai sulla spiaggia, si guardano attorno. Buone anche le inquadrature di Frank e Cisa, ma le prime due sono praticamente perfette.

Ovviamente questo è un giudizio personale, anche dovuto al fatto che occupandomi di video l’occhio mi va a cascare lì.

Ad ogni modo il consiglio è: tenete d’occhio i We Are Waves e, se vi capita di vedere che organizzano un concerto dalle vostre parti, non perdeteveli assolutamente.

www.wearewaves.net

 

 

 

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