THOR – The Dark World

Visto il film ecco la recensione senza spoiler.

 

Ho atteso il martedì per andare a vedere Thor: The Dark World, sia per convenienza economica (biglietto dello spettacolo 2D: 5 euro) che per accessibilità al cinema senza affollamenti da esodo biblico. Ho comunque dovuto sorbirmi un quarto d’ora di pubblicità (mediamente brutta, oltretutto) e alcuni trailer di film (l’unica pubblicità che in un cinema, secondo me, dovrebbe essere ammessa).

 

 

 

Finalmente comincia il film.

Dopo il crollo del ponte dell’arcobaleno avvenuto nel primo film, troviamo Thor intento a “pacificare” a suon di martellate i nove mondi in subbuglio (questa di portare la pace con le armi devo averla già sentita da qualche parte). Certo, fa strano vedere degli alieni divini, super avanzati, che combattono con spade, scudi e martelli pur avendo a disposizione navicelle, cannoni e armi radianti. Comunque, ultimato il compito, il nostro eroe può volgere lo sguardo sulla terra, verso la sua amata mortale (Natalie Portman) che da 2 anni lo cerca e lo aspetta. Nel frattempo gli Elfi Oscuri, antichissima razza che brama di far tornare l’universo nell’oscurità (sono oscuri, che ce voi fa’), ritorna dal proprio esilio e la Portman si trova proprio in mezzo. Tra battaglie e battute si giunge ad un lieto fine con Thor sempre più legato al nostro mondo e pronto per un terzo capitolo. Non penso di aver anticipato nulla di che.

 

“Thor, tesoro, non possiamo continuare a vederci così…”

 

In linea di massima il film mi è piaciuto abbastanza, anche se si vede sempre di più la disneyzzazione della Marvel. Ciò che disturba in sottofondo è la sempre più evidente natura “costruita” di questi film: spettacoli studiati completamente a tavolino, con formule funzionali per un pubblico di famiglie disneyane. Intendiamoci, è ovvio che un film che utilizza risorse da kolossal venga costruito per portare a casa il massimo risultato. Dico solo che questo è sempre più evidente e comincia a disturbare, perché sembra che si voglia portare il pubblico ad una omologazione di massa.

 

Kat Dennings, detentrice di 2 dei 9 mondi della cosmologia asgardiana. Pare abbastanza chiaro perché il suo personaggio (Darcy), all’interno di un film Marvel/Disney, sia sempre incappottato…

 

Rispetto al primo film ci sono alcune cose che funzionano meglio, come il senso di grandezza dato dalla presenza di più mondi, ma si respira un’aria di minore epicità rispetto al lavoro di Kenneth Branagh e le strizzatine d’occhio e le battute forse sono fin eccessive; sembra quasi che ogni 2 minuti sia necessario affermare: “Hey, siamo la Marvel, abbiamo sempre la battuta pronta e non ci prendiamo troppo sul serio… e poi siamo anche Disney!”. Comunque le scene d’azione e il comparto visivo sono buoni (e ci mancherebbe), anche se si sente un vago sapore rubacchiato al Signore degli Anelli.

 

Lady Sif, che troverei niente male nelle vesti di Wonder Woman. Qualche rumor si era fatto…

 

Sebbene il film sia piacevole e si lasci guardare senza problemi, devo unirmi al coro di quelli che hanno lamentato l’assenza di un villain che fosse tale. Il Malekith di Christopher Ecclestone dice veramente poco. Alla fine non è che si capiscano granché le sue ragioni. Gli Elfi Oscuri sono cattivi e basta e vanno annientati, e questo è quanto. Ma non funziona. La caratura di Loki, nel primo film, era data dalla chiarezza delle motivazioni che lo spingevano ad agire in quel dato modo, oltre che dalla bravura del suo interprete, tanto che l’unico apporto di vero peso drammatico in questo film viene dato nuovamente da Tom Hiddleston, il quale sembra essere il solo capace di infondere al proprio personaggio un pathos degno di questo nome. Con questo non voglio dire che gli altri attori non siano bravi, ma c’è uno scarto di carisma netto tra Hiddleston e loro, oltre che un problema di sceneggiatura.

Inoltre, alcuni passaggi chiave che potrebbero avere una forza notevole, vengono smorzati dal taglio registico, dal montaggio e da un commento musicale insufficientemente in parte. A volte in musica è meglio togliere che aggiungere.

 

Il vero Re del film… ma non ditelo in giro.

 

Ad ogni modo il film si chiude lasciando presagire sviluppi interessanti per il prossimo film.

Le scene post-crediti sono due, la prima delle quali introduce un personaggio che avrà importanti collegamenti con i “Guardiani della Galassia”, uno dei film Marvel del 2014 (l’altro film è il secondo capitolo di Capitan America che, con la presenza di Robert Redford, mi hanno convinto ad andare a vedere, nonostante il primo film non fosse proprio un granché). La seconda scena post-crediti invece è un corollario romantico.

Quello che spero è che nelle prossime fasi introducano in maniera degna la figura di Galactus (senza trasformarlo in Gambadilegno, please), richiamando il famoso ciclo di fumetti disegnato da Jack Kirby. Anche i Celestiali avrebbero il loro perché, e qui, a far le cose fatte bene, si aprirebbe un capitolo tale che Pacific Rim andrebbe a finire dritto dritto tra i giocattoli usati.

Staremo a vedere.

Intanto consiglio la lettura della recensione di “Thor – The Dark World” fatta da Leo Ortolani, il creatore di Rat-Man

http://leortola.wordpress.com/2013/11/20/thor-what-a-wonderful-world-la-recensione/

 

 

 

 

×

Comments are closed.